Prima di Pepe…c’è stato tanto sale!

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Negli ultimi 50 anni di storia calcistica sono stati chiamati a difendere la rete della nostra squadra del cuore portieri di indiscusso valore, ma anche portinai di minor prestigio, ad onor del vero.

Tra i primi è doveroso ricordare i nomi di Dino Zoff (1967/72), Luciano Castellini (1978/85) e Giovanni Galli (1990/93)… tutti campioni scudettati, vincenti si ma non quando hanno indossato la maglia azzurra.
ZOFF, dopo che lasciò Napoli nel 1972 per accasarsi a Torino sponda bianconera, conquistò poi ben sei scudetti in carriera, nelle fila della squadra sponsorizzata lautamente dalla famiglia Agnelli.
CASTELLINI, meglio conosciuto come “il giaguaro”, fece invece esattamente il percorso inverso da Torino, sponda granata, nel 1978, dove due anni prima aveva primeggiato in campionato.
GALLI, infine, giunse dal Milan di Sacchi all’ombra del Vesuvio da vincitore, per ben due volte consecutive, della Coppa dei Campioni (1989 e 1990) oltre che da vincitore dello scudetto nel 1988; titolo che tantissimo dispiacere causò ai tifosi partenopei (è una ferita ancora aperta oggi la partita persa al S.Paolo per 2-3 !!).

Tra i secondi, ovverosia i portinai, si annoverano invece i nomi di Massimo Mattolini (1978/79), Pietro Carmignani (1972/77) e Franco Mancini (2000/03).

MATTOLINI, soprannominato “saponetta” già dai tempi in cui militava nella Fiorentina, non suscitò affatto entusiasmo a Napoli quando arrivò nel 78 e la piazza partenopea non mancò di esprimere il suo vivo disappunto: dopo appena un anno finì nel purgatorio di Catanzaro (all’epoca in serie A).
CARMIGNANI, apostrofato col nome di “gedeone”, nonostante risultò essere il portiere meno battuto del campionato 74/75 (ex equo con Zoff), non raccolse mai del tutto le simpatie dei tifosi azzurri che, forse, non gli perdonarono mai in fondo il fatto di esser giunto al Napoli dopo un’esperienza juventina (fu ceduto in parziale contropartita del Dino nazionale).
MANCINI, in epoca più recente, di suo era molto abile a disimpegnarsi coi piedi ma non sempre era ineccepibile tra i pali, anzi commise anche diversi errori grossolani e chiuse la sua esperienza partenopea senza infamia e senza lode.

Tra i portieri ed i portinai, in un mondo di guardaport’ di successo insomma, è giusto collocare Claudio Garella (1985/1988) e Giuliano Giuliani (1988/1990).
Entrambi vincenti con il Napoli ed entrambi entrati di diritto a far parte della storia azzurra.
GARELLA, soprannominato “garellik”, è stato e resterà per sempre il portiere del primo scudetto del Napoli, pur se sotto il profilo stilistico le sue parate erano brutte assai da vedere. Nelle giornate di grazia effettuava parate con qualsiasi parte del corpo, nasone compreso… ma nelle giornate disgraziate era all’inverso capace di fare delle colossali papere (le famose garellate), che spesso suscitavano persino ilarità tra i commentatori sportivi… ed amare incazzature tra gli avviliti tifosi. Arrivò a Napoli subito dopo aver vinto lo scudetto a Verona ed il suo trasferimento non piacque tanto ad una grossa fetta della piazza partenopea.
GIULIANI, giunto a Napoli sempre dal Verona alcuni anni dopo per sostituire Garella, è stato il portiere titolare della squadta che vinse il secondo scudetto azzurro ed anche la coppa UEFA . Tipo taciturno e solitario, è stato molto affidabile tra i pali ma poco appariscente davanti alle telecamere e nelle manifestazioni di allegria per i traguardi raggiunti. Interessato poi da vicende di cronaca giudiziaria, qualche anno dopo aver lasciato il Napoli, è drammaticamente finito nel dimenticatoio in seguito alla sua prematura morte avvenuta circa 21 anni fa a causa di una malattia contagiosa molto temuta a quei tempi.

Fra portieri, portinai e guardaport’ vari, in una categoria “fuori concorso”, sono qui da citare i prodotti nostrani: l’ ischitano Pino Taglialatela (1993/99) il napoletano Ferdinando Coppola (1999/2000) e lo stabiese Gennaro Iezzo (2005/11).
TAGLIALATELA ha fatto parte del Napoli, seppur ai margini della prima squadra, anche in anni antecedenti ai sei trascorsi da numero uno. Molto bravo e spettacolare nelle parate, difettava tuttavia nelle uscite, soprattutto quelle alte. Non ha avuto la ciorta di giocare nel miglior Napoli, anzi gli ultimi due anni della sua esperienza partenopea sono stati giocati nella squadra azzurra retrocessa in serie B.
COPPOLA, oggi in forza al Verona, portiere dai buoni fondamentali ma dalle alterne fortune, ha vissuto nella squadra della sua città una sola stagione da protagonista quella della promozione dalla B alla A.
L’ anno seguente non venne riconfermato nel ruolo da titolare e gli è toccato emigrare altrove in cerca di miglior fortuna.
IEZZO ha vissuto l’esperienza del viaggio dall’inferno della serie C al paradiso della serie A negli anni tra il 2005 ed il 2007. Validissimo portiere nelle categorie inferiori, ha vestito anche la fascia da capitano. Per infortunio fisico e soprattutto per sfortuna non è esploso del tutto ai massimi livelli, ed in serie A ha diviso il ruolo da titolare in parte con Gianello ed in parte con Navarro.

Senza scrivere di Emanuele Manitta, Emanuele Belardi, Matteo Gianello, Nicolas Navarro, Mariano Andujar e di tanti altri che non hanno lasciato segni indelebili nei cuori dei tifosi partenopei pare quanto mai opportuno soffermarsi brevemente sul “pirata” Morgan De Sanctis (2009/13).
DE SANCTIS, portiere con la “P maiuscola” seppur non al livello dei campionissimi indicati in precedenza, nel quadriennio di permanenza napoletana si è dimostrato un baluardo di sicuro affidamento e ben in affiatamento con i compagni di squadra. Dalla sua, aveva la voglia di migliorarsi sempre e la determinazione caratteriale che in alcune circostanze (vedasi la vittoria della coppa nazionale nel 2012) gli facevano moltiplicare le forze, tanto da arrivare anche su palle difficilissime da parare o deviare.
È suo sino ad oggi il record d’imbattibilità casalinga al San Paolo con ben 799 minuti.
Sulla soglia dei 36 anni e con l’arrivo di Benitez in panchina, nel luglio del 2013 comprese di aver compiuto il suo tempo a Napoli e nel Napoli. Non indolore per noi tifosi il suo passaggio alla Roma. Bellissimo invece il suo messaggio di commiato scritto acquistando un’ intera pagina del Corriere dello Sport.

Ed eccoci ai giorni nostri. La vicenda che nelle ultime settimane ha visto al centro dell’attenzione Pepe Reina, si innesta nelle numerose vicende di vita, sportiva e non, dei precedenti portieri che hanno indossato la maglia azzurra e che, in buona parte, sono rimasti ben stipati nell’ album dei piacevoli ricordi dei tifosi partenopei.
Sarebbe bello poter scrivere più in avanti delle gesta sportive ed umane dell’estremo difensore spagnolo ed inserirlo così tra i portieri più validi e vincenti del Napoli.
Contratto o meno… rinunce o meno… a lui tocca conquistare non solo il cuore dei tifosi, ma anche la loro felicità !
Totò si domandava simpaticamente “siamo uomini o caporal?”…
E di rimando, pensando a Pepe, azzardiamo un “siamo portieri o portinai” ?

Andrea. P&B.

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mm
Tifoso del Napoli dai tempi del maestro Luis Vinicio, sognatore da sempre, fotografo mancato e strimpellatore convinto di strumento a sei corde, bancario fedele ultratrentennale, laureato in economia aziendale alla tenera età di 50 anni, sposato con prossima vista sulle nozze d’argento con due figli parimenti tifosi del Napoli sin dalla nascita, provo a seguire gli insegnamenti del Cristo Gesù e di tanto in tanto mi cimento a parlare di pallone… ma solo a mente fredda. Non odio la Juventus, mi limito solo ad evitarla scrupolosamente per non cadere in tentazione! Saluto di solito con “Pace e Bene”… e qualcuno recentemente mi ha apostrofato proprio così, “Andrea Pace e Bene”. Mi sembra una buona idea per il mio nick name da provetto blogger azzurro. Andrea P&B.

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