Non accatt a nisciun

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Il mercato 2017 del Napoli è caratterizzato da una particolarità. È un mercato che potremmo definire di discontinuità. Lo specchio del mercato del Napoli è il rinnovo a suon di quattrini di Ciro Mertens.
In condizioni normali Dela non avrebbe mai rinnovato il contratto a Mertens. Il vero Dela non l’avrebbe mai fatto. Per almeno tre ordini di motivi:
1. Ha trent’anni compiuti.
2. Costa troppo in termini di monte ingaggio e di mancati introiti dalla vendita.
3. Hai un’alternativa giovane e fortissima che è Milik e rischia di non giocaree deprezzarsi.
E ci sarebbe anche un quarto motivo. Dela è uno orgoglioso e il fatto di non avere rinnovato il contratto a cifre molto più basse poteva farlo imbufalire. Ciò premesso e nonostante tutto il Napoli ha rinnovato il contratto di Mertens. Oltre quello di Insigne ovviamente. Ed insieme probabilmente a quello di Ghoulam dopo aver rinnovato quello di Callejon. E adesso tocca a Reina.
Morale della favola c’è la conferma in blocco della squadra che ha dominato l’anno scorso il girone di ritorno.
È evidente che Dela ci crede. E ci crede così tanto da cambiare strategia.
Così tanto da abboffare di sordi Mertens che è ormai trentenne e quindi andava venduto subito e bene per realizzare la solita plusvalenza. E a rischio di penalizzare Milik che invece è giovane e rientra in toto nei parametri del patron.
È evidente che è una strategia mirata. Ed è ancora più evidente che è una strategia concordata col mister che ha detto al presidente più o meno testuali parole: “maremma scudetta, confermami sta squadra ed io ti posso davvero vincere il triholore”.
E Dela ha accettato la sfida deimmister. Il novo Dela, quello che forse davvero crede di poter vincere, fidandosi del suo condottiero. E Sarri, dal canto suo, ha fatto l’omm, una volta accontentato con i rinnovi ci ha messo la faccia, non piangendo più come spesso gli capitava in passato ma ammettendo di avere una grande squadra.
Perché abbiamo effettivamente una grande squadra almeno negli undici titolari e almeno in altri quattro o cinque elementi che sono quasi tali.
A questo punto ci sono poche cose da aggiungere.
La prima fondamentale. L’incognita Koulibaly.
Il Napoli ha tre fuoriclasse assoluti Hamsik, Insigne e Koulibaly, uno per reparto. E sono ovviamente anche gli insostituibili della squadra, insieme con Callejon direi, che, pur non essendo così forte tecnicamente, è fondamentale tatticamente.
Di questi tutti restano sicuro al 100%, o meglio quasi tutti, perché uno, ovvero il nirone mio, ha una piccola incognita sulla permanenza, come ha detto anche il presidente stesso, come ha detto quel testa di vitello del suo procuratore.
Se resta il nirone mio ce la giochiamo davvero quest’anno. Ma se all’ultimo momento qualcuno scuce ottanta milioni e K2 va via so cazzi amari. Viene meno tutto il giochino. Perché Koulibaly è la difesa del Napoli. La famosa difesa a uno.
Insomma Koulibaly è la cartina di tornasole del mercato del Napoli di quest’anno. Il riferimento. In base a ciò che succederà a Koulibaly capiremo cosa può il Napoli fare quest’anno.
Dela sembra crederci. Molti tifosi pure. Il resto è tutto fuffa e contorno.
Va bene Ounas, che può rivelarsi un ottimo investimento in stile Dela.
Va bene Mario Rui buon rincalzo, anche se io già rimpiango l’ottimo Strnic che ancora non è andato via ma partirà.
Vanno bene altri colpi eventuali di prospettiva magari da lasciare a maturare altrove, leggi Meret.
Ma fondamentalmente il mercato del Napoli è già fatto. Un mercato di rinnovi e di consolidamento, che ha comportato grossi sacrifici in termini di tetto ingaggi. Ma ne valeva la pena. Forse.
E quindi non ci flashiamo. Non ci mettiamo il pensiero. È inutile che continuiamo a seguire il calciomercato come drogati che aspettano la dose di top player o di ottimi giocatori.
Quest’anno il presidente non accatta a nisciun. Ma va bene così. Va bene così, specie se effettivamente non ha venduto e non vende a nisciuno, specialmente a uno, abbronzato e fortissimo.
Perché allora ci divertiamo veramente.
Forza Napoli Sempre

 

L’Editoriale
di Felice Antignani

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Felice, papà, molto, e marito. Ispirato dalla filosofia Troisiana e cresciuto a pane e Così Parlò Bellavista. Malato (grave) di Napoli e del Napoli dalla nascita. Rapito dall’ironia e dalla punta di penna di Peppino Pacileo. Appassionato di economia, anche per necessità. Insomma una gran bella vita da orsacchiotto. Poi, però, prendi un tram in faccia all’improvviso e tutto si ribalta… e tutto è diverso. Ma non bisogna mai mollare…mai…perché il cielo è azzurro…proprio come il mare…

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