Quando c’è l’amore c’è tutto… ( e pure ‘a salute…)

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Il meme è abbastanza sgamato: “E pure ‘sto Koulibaly se lo semo levati dalle palle!”. Con Dela-De Sica che recita a Giuntoli, che se la ride, la frase cult di un cinepanettone famosissimo di qualche tempo fa. In effetti si è fatto un po’ di cinema. Per la gioia di Aurelione. Personaggi cazzari. Intrighi. Bugie e mezze verità. Accordi più o meno segreti e qualche figura di merda, che pure non guasta. E poi, ovviamente, il finale col botto, con il classico lieto fine per tutti gli attori protagonisti. O quasi tutti. E qui vengono in mente le solite storie di cetrioli e di ortolani. Con noi tifosi sempre nel ruolo dell’ortolano (non) protagonista.

E dunque è volato via anche il nostro (ex) angelo nero. Addirittura a Londra, dove potrà dimostrare il suo grande valore. E volare sempre più in alto.

Un suo volo indimenticabile, di ormai quattro anni fa, sembrava il preludio al trionfo di un popolo intero colorato d’azzurro. Quel volo fu un attimo di assoluta ed eterna felicità. Nessuno poteva immaginare che quel momento meraviglioso sospeso nel tempo e nello spazio era solo l’inizio della fine. Nessuno di noi poteva prevedere che si stava per materializzare, di lì a pochi giorni, una delle più grandi delusioni della storia del popolo azzurro. La nostra storia. Una storia costellata di gioie (poche), di illusioni (tante) e di delusioni (tantissime). Una grande storia d’amore, però. E quando c’è l’amore c’è tutto. Purché, come diceva il grande Massimo, ci sia pure la salute. E allora pensiamo alla salute. Anzi, pensamm’ ‘a salute…

Scrivo dal Gargano, sotto l’ombrellone, mentre guardo l’azzurro del mare. Sono appena arrivato. Ebbene sì ho fatto la A16. Devo, purtroppo (per loro), deludere tanti “tifosi”, ossessionati dall’argomento. Mi spiace, ma non ho visto per strada De Laurentiis. Almeno fino al casello di Candela non c’era. Ma magari stava già a Canosa o Trani. O, più probabilmente, s’e’ perz. Può essere. Specie se guida Edo. Certo pure voi, co’ ‘ste indicazioni stradali, avreste potuto essere più precisi. Lo avete mandato a Cerignola… Sentite a me, fatevene una ragione. E magari fatevi pure un bagno. Che qua si muore (di caldo).

È un estate rovente. E un mercato ancora più caldo. Sono andati via, in ordine rigorosamente cronologico e di altezza, Insigne, Mertens e infine Koulibaly, il nostro gigante d’ebano. Uno dopo l’altro. Più che una campagna cessioni un esodo di massa. ‘Nu pre-pensionamento, considerato che sono tutti non più giovanissimi. È abbastanza inquietante. Ancora di più se si considera che Mario Rui e Zio so’ rimasti. Vabbuò…

La meravigliosa squadra di qualche anno fa non c’è più. Approfitto del fatto di avere appena percorso la A16, e quindi di non aver timore di ricevere insulti in merito, per dire che, nonostante tutto, io sono serenissimo. Sono sereno anche perché c’era poco da fare. Come diceva Confucio, (mi pare fosse lui ma forse era un suo omologo napoletano), se il problema non lo puoi risolvere è inutile che ti affanni e ti pigli collera. Ti intossichi solo (sì questo era proprio Gennaro Confucio).

Troppi soldi. Troppi interessi. Esigenze di bilancio. ‘O FairPlay. E l’indice di liquidità. E poi ‘sta novità dei giocatori che fanno di tutto per andare in scadenza. Ormai comandano loro e i loro procuLadroni.

Ciò premesso va bene così. Più o meno:

  • Il Napoli ha sparagnato circa 30 milioni lordi di stipendi (anche 40 se aggiungiamo Ospina, Ghoulam e sfravecature varie) mettendo sotto controllo i costi e in sicurezza i conti
  • Koulibaly sarebbe andato comunque via fra sei mesi. Anzi fra tre perché quest’anno c’è pure il mondiale. Era già andato. Da mo’ che era andato. Il Napoli non può più permetterselo e non da oggi. Mi sembra anche giusto che si misuri con palcoscenici a lui adeguati. Se lo merita.
  • Insigne ha trovato altrove l’America, anzi il Canada. Beat ‘a iss. Dieci milioni all’anno… uanm ro’priatorio!
  • Mertens ci è scaduto in mano come uno yogurt e sta lì nel frigo. Però ancora è buono. Almeno così sembra. Quindi non è detto che non resti. Potrebbe essere ‘nu cavall ‘e ritorno (tutto sommato a palazzo Don Anna non è che si fa ‘na vit’ ‘e merd).

Io, da parte mia, oltre ad essere sereno sono curioso di vedere all’opera i nuovi (quelli già arrivati e alcuni di quelli che stiamo trattando che non mi sembrano malaccio). Il target mi pare preciso: giovanotti sfacciati e spesso sfaccimmi, oltre che grandi e grossi e pieni di salute. Sempre perché a salute è a prima cos.

È dunque l’ora di voltare pagina (Sempre per i motivi che diceva Gennaro Confucio). A mio modesto parere siamo addirittura in ritardo. Perché quella squadra bellissima non esiste più già da qualche anno. Si è sgretolata.

Ricordo perfettamente quando.Ricordo il ghigno malefico e le parole di Allegri prima di Inter-Juve: “Siamo avanti. Domani dobbiamo vincere. Dovremo giocare in 14 e vinceremo”. Appunto. Giocarono in 14 e vinsero. E come vinsero. Fu un preciso messaggio di matrice mafiosa. E tolse ai nostri persino l’Illusione, lasciandoli con unica certezza. Non li avrebbero mai lasciati vincere. Mai. Da non crederci. Da non crederci più. E se non ci credi hai perso sicuro. Hai perso ben prima di giocare.

I soliti noti hanno impedito a quella squadra fortissima di vincere. Una cosa simile accadde ad un’altra squadra, il Napoli più forte che io abbia mai visto in vita mia. Una squadra apparentemente invincibile che pure si sgretolò d’improvviso in circostanze quantomeno poco chiare. Quella dell’88. Tristemente nota come il Napoli dello scudetto perso. Moggi dovette prenderne atto, resettare e ripartire. Facendo a meno di alcuni pilastri del primo scudetto. Senza accanimento terapeutico, con cuore caldo e cervello freddo.

È dunque ora di ripartire. Ripartiamo da nuove illusioni. E da nuovi attori, di sicuro meno bravi e famosi ma probabilmente più determinati e motivati. Difficile capire che risultati possiamo fare. Non credo proprio che lotteremo di nuovo per lo scudetto. In un torneo che ormai esprime la cifra tecnica del campionato greco, è davvero difficile avvicinare due squadre che possono permettersi giocatori illegali a questi livelli come Di Maria, Pogba e Lukaku. Ce la giochiamo con le romane e forse con l’Atalanta per un posto in Champions.

Di una cosa però sono abbastanza sicuro. Non credo che ci saranno più ammutinamenti, né altri Napoli-Verona o Empoli-Napoli. E sono quasi certo che non vedremo più occhi bassi e facce tristi prima ancora di giocare partite decisive. Magari le perderemo. Di sicuro qualcuna in più. Ma sempre giocandocela.

E allora pensiamo alla salute. E godiamoci il cielo ed il mare. Non è un caso che siano azzurri come la nostra adorata maglia. E facimm ‘e tifos. Il nostro amore smisurato per questi colori fa sempre la differenza. E ne vale sempre la pena. Anche solo per quell’attimo di felicità sospeso nel tempo e nello spazio. Quell’attimo presto ritornerà. E poco conta se dopo l’ennesima gioia illusoria verrà, immancabile, la delusione. Perché noi siamo tifosi, simm’ tifos’, e viviamo per quell’attimo e per la magia di quella maglia, indipendentemente dagli interpreti. E ci crederemo sempre, abbiamo il dovere di crederci. Anche se sappiamo bene che faranno di tutto, come al solito, come fanno da anniannieanni, per impedirci di vincere.

Forza Napoli sempre!

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Felice, papà, molto, e marito. Ispirato dalla filosofia Troisiana e cresciuto a pane e Così Parlò Bellavista. Malato (grave) di Napoli e del Napoli dalla nascita. Rapito dall’ironia e dalla punta di penna di Peppino Pacileo. Appassionato di economia, anche per necessità. Insomma una gran bella vita da orsacchiotto. Poi, però, prendi un tram in faccia all’improvviso e tutto si ribalta… e tutto è diverso. Ma non bisogna mai mollare…mai…perché il cielo è azzurro…proprio come il mare…

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