TRENTESIMA GIORNATA: Chi di Spal ferisce, di Sassuolo colpisce.

939

#Iocicredo. Ma ci credono pure i giocatori del Napoli?

Rieccomi qui a scrivere del film del campionato. Scusate l’assenza degli ultimi tempi, ma insieme alla mia famiglia sono stato chiamato a piangere un’improvvisa…assenza.

E così il Napoli, da qualche settimana, ha un tifoso in meno. Più di un tifoso, visto che nel periodo si sono uniti a mio suocero anche Luigi Necco e Luigi De Filippo.

Ritorniamo alle più misere vicende pallonare.

Di certo meno tristi… ma neanche tanto assai allegre.

Il Napoli, già da metà marzo, non è più primo, non ha più il miglior attacco, non ha più la miglior difesa… e poi non ha il giocatore più forte, non ha l’allenatore più in gamba, non ha il direttore sportivo più capace, non ha il presidente più munifico, ecc.ecc.

Ma ha il pregio di avere i tifosi più schietti, più calorosi e più viscerali di tutta Italia.

E lo scudetto degli spalti è già vinto !
Per quello sul campo, invece, se ne riparlerà più in avanti a maggio. Quando sul campionato si chiuderà definitivamente il sipario. Non prima. Che nessuno molli. Dal primo all’ultimo.

È fuor di dubbio che dopo la sosta per gli impegni delle nazionali, buona parte dei nostri beniamini è apparsa, più che provata dai viaggi, svogliata e forse stanca mentalmente al cospetto del Sassuoler United (o era forse il Real Sassuolo?).

L’approccio alla partita di Insigne e compagni è stato identico e preciso a quello dei gitanti fuori porta nell’evento del picnic di pasquetta, quando tra na fetta e casatiello e nu piezz’ e ricotta salata, esce improvvisamente il pallone sgonfio a rint’ o cuofn’ ra machina per dare inizio ad improbabili sfide nei verdi prati attuorn’ o lago Patria.

Si è parlato troppo del rinnovo di Sarri e troppo poco tra Koulibaly ed Albiol in difesa.

Il Napoli ha rischiato di perdere, forse meritatamente, e poi ha rischiato di vincere, forse immeritatamente. Di certo, quello che non ha rischiato è stato di ritrovarsi primo in classifica. E noi abbiamo sperato in tutt’altro. E continuiamo a sperare.

Vediamo un po’ più da vicino cosa è successo in questo trentesimo turno. I gol segnati sono stati 32. Otto dei quali solo a Roma, tra Lazio e Benevento. Tre sono stati i pareggi, quattro le vittorie in casa, infine una vittoria ed una sconfitta in trasferta.

BOLOGNA-ROMA 1-1. Secondo pareggio di fila per i rossoblu emiliani che, con identico punteggio, hanno stoppato i capitolini dopo aver fermato nel precedente turno i laziali. Insomma quando si tratta di squadre dalle parti del Colosseo, i giocatori di mister Donadoni gne gne diventano dei veri e propri gladiatori e moltiplicano le forze in campo. La squadra giallorossa avrebbe meritato la posta piena ma un po’ per bravura dell’estremo difensore bolognese Santurro, terzo portiere e fino a sabato scorso quasi un emerito sconosciuto, ed un po’ per sfortuna, se così si può dire del tiro di Strootman finito sul palo a porta sguarnita, non ha centrato l’obiettivo pieno. In classifica la Roma è arrivata a 60 punti, il Bologna leggermente più sotto si è attestato a 35 punti.

ATALANTA-UDINESE 2-0. Sesta sconfitta consecutiva per i bianconeri friulani che sono apparsi essere piombati in una vera e propria crisi di gioco ancorché di risultati, con dodici gol subiti e appena solo due fatti nell’ultimo mese e mezzo. Per i nerazzurri di Bergamo, invece, è venuta fuori la terza vittoria nelle ultime quattro gare disputate. Affrancatasi dalla partecipazione alla coppa europea, la squadra atalantina appare sempre più cinica in attacco e ben quadrata in difesa: specchio della mentalità dell’allenatore Gasperini gne gne. In classifica i bergamaschi hanno raggiunto quota 47, mentre i friulani son rimasti inchiodati a 33 punti.

CAGLIARI-TORINO 0-4. Il viaggio oltre mare per i granata è risultato essere estremamente benefico: dopo quattro sconfitte di seguito, è arrivata una vittoria che ha portato il sereno sul volto di Mazzarri. Una volta tanto, l’allenatore della pioggia, non è stato costretto a mostrare ripetutamente l’orologio all’arbitro: si è accontentato di guardarselo intimamente da solo. Al Torino è andato tutto fin troppo bene, soprattutto nel secondo tempo, mentre agli isolani è andata storta ogni cosa. Il primo tempo finito sul pari aveva fatto ipotizzare al segno ics finale. Poi le cose si sono sviluppate diversamente, grazie in particolar modo alla allegra difesa cagliaritana. A turno hanno colpito i granata, come coltello nel burro, anche se l’ingobbito Belotti è rimasto a bocca asciutta. In classifica il Torino conta 39 punti. Il Cagliari ne conta dieci in meno.

FIORENTINA-CROTONE 2-0. La Viola infila la quarta vittoria consecutiva con le reti di Simeone e Chiesa. Entrambi, a mio modesto avviso, non sfigurerebbero in maglia azzurra l’anno venturo. Giuntoli, capisciamme’… se ci sei, batti un colpo. Anzi due. La gara non è stata affatto proibitiva per i padroni di casa, complice la scarsa vena in attacco dei calabresi, che hanno fallito una sola ghiotta occasione con Trotta tutto solo davanti a Sportiello. È innegabile, vedere giocare la Fiorentina mette sempre un po’ di tristezza da quando è volato in cielo Davide Astori poco meno di un mese fa. Ma “the show must go on”… direbbero sul ponte vecchio e così si va avanti. In classifica la Viola arriva a 44 punti. Il Crotone, terzultimo, è a 24 punti… a due punti dalla quota salvezza.

GENOA-SPAL 1-1. Pareggio giusto. Anzi, più che giusto. I rossoblu sono andati in vantaggio nel primo tempo grazie ad un rigore concesso generosamente dal VAR. Della serie “ma l’arbitro che cacchio ha visto?”. E con il rigore, inesistente, anche l’espulsione, parimenti inesistente, di un difensore dei ferraresi. Nella ripresa è poi arrivato il gol del pari della Spal: giustizia è stata così fatta. Se non fosse stato per il teatrino messo su dall’arbitro, che forse aveva giocato una schedina con un diverso pronostico, lo zero a zero sembrava essere il risultato già scritto ancor prima dell’avvio del match. Ad ogni modo l’ics è stato confermato dagli eventi, con buona pace del direttore di gara. In classifica il Genoa si attesta a 31 punti e la Spal a 26, appena due punti sopra il terzultimo posto.

INTER-VERONA 3-0. Partita senza storia. Se fosse finita 10 a zero, nessuno avrebbe avuto nulla da recriminare. Non so se la squadra veronese riuscirà a salvarsi, ma non merita il proscenio della serie maggiore. Troppo scarsi i gialloblù e, forse, pure il loro allenatore Pecchia gne gne, non ha brillato un granché. Troppo netto comunque il divario tecnico visto in campo e che è stato ben sfruttato da Icardi, autore di una doppietta, e dal suo socio d’attacco Perisic. La squadra nerazzurra nelle ultime due gare ha realizzato 8 gol senza subirne uno. In classifica gli interisti a 58 punti incalzano i romanisti, i veronesi, penultimi, si fermano invece a 22 punti.

LAZIO-BENEVENTO 6-2. Tra la peggior difesa (69 gol subiti) ed il miglior attacco del torneo (73 reti all’attivo), la spunta, con un punteggio più tennistico che calcistico, il miglior attacco, forte del capocannoniere (26 centri) Ciruzzo da Torre. Match che è stato in bilico, forse, solo per un tempo. Poi si è messa in moto la “gol-machine” dei laziali e per i sanniti è giunto il tempo di issare la bandiera bianca. La matematica non condanna ancora i cugini di Campania, ma appare veramente ardua la scalata verso la salvezza. Per i laziali continua la rincorsa ad uno dei posti utili per la CL del prossimo anno. Infatti in classifica la squadra di mister Inzaghino gne gne arriva a 57 punti. I beneventani, fermi a 10 punti da quattro turni, chiudono sempre la classifica sin dalla prima giornata.

CHIEVO-SAMP 2-1. Con Giaccherini in versione Insigne e Sorrentino in versione Reina, i padroni di casa hanno vinto una partita sofferta contro i blucerchiati, giunti alla terza sconfitta consecutiva. Primo tempo di marca doriana finito appunto col vantaggio dei liguri, secondo tempo invece di stampo clivense, che hanno ribaltato il punteggio con grinta e determinazione. La squadra di Giampaolo, in cui si sono messi in mostra Torreira e Quagliarella, sembra aver perso la spinta propulsiva di inizio torneo ed ormai già da qualche tempo ha preso a stazionare a metà classifica. Per i veronesi, invece, la conquista dei tre punti è stata una grossa boccata d’ossigeno. In classifica i clivensi hanno raggiunto 28 punti, mentre i doriani restano a 44 punti.

SASSUOLO-NAPOLI 1-1.
Quoque tu Scansuolo di Politano ricordo,
rompesti l’idillio ed il casatiello più non mordo.
Vincer si poteva avvicinandosi lassù di soppiatto,
invece solo un pari è arrivato e non scontato affatto.
Nulla si vide delle illuminanti gesta,
che un tempo ci facevan esultar per un di’ a festa.
Tutti ammusciati e nu poco ribusciati,
i nostri prodi non fanno che il gioco di quelli già scudettati.
Ci vuole tanta pazienza ma ancor più speranza,
e intanto vediamo se il Real fa na bona creanza.

RUBENTUS-MILAN 3-1. Non mi è capitato di vedere la partita. Ma due o tre cose sono inconfutabili. I rossoneri non meritavano di perdere e l’arbitro ha certamente favorito la squadra di casa. Inoltre il risultato era una delle clausole già previste nel pagamento del trasferimento di Bonucci. Se avete un’opinione diversa, cambiatela presto. Vi assicuro, siete grossolanamente in errore.
Ad ogni modo i rubentini sono primi in classifica con duemila78 punti, tremila70 gol fatti, 1 solo gol subito, ma involontariamente, e quattromila36 colpi di fortuna.
Bene. Beati loro. Vinceranno di sicuro pure la CL, la coppa italiana ed il torneo di bocce in spiaggia. Così si mettono in pace. Una volta e per sempre.

Tra poche ore si giocheranno i recuperi delle partite non disputate un mese fa. Spicca il derby di Milano. Chissà come andrà la sfida tutta cinese. Noi ci ritroviamo presto. Sempre a tifare Napoli.
Andrea P&B.

Articolo precedenteLe pagelle col Sassuolo
Prossimo articoloVENTISETTESIMA GIORNATA (recuperi nel segno di Davide Astori): Azz… o’ Napoli s’è arrpusat’ nu poc’ ?
mm
Tifoso del Napoli dai tempi del maestro Luis Vinicio, sognatore da sempre, fotografo mancato e strimpellatore convinto di strumento a sei corde, bancario fedele ultratrentennale, laureato in economia aziendale alla tenera età di 50 anni, sposato con prossima vista sulle nozze d’argento con due figli parimenti tifosi del Napoli sin dalla nascita, provo a seguire gli insegnamenti del Cristo Gesù e di tanto in tanto mi cimento a parlare di pallone… ma solo a mente fredda. Non odio la Juventus, mi limito solo ad evitarla scrupolosamente per non cadere in tentazione! Saluto di solito con “Pace e Bene”… e qualcuno recentemente mi ha apostrofato proprio così, “Andrea Pace e Bene”. Mi sembra una buona idea per il mio nick name da provetto blogger azzurro. Andrea P&B.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.