E il naufragar m’e’ (poco) dolce in questo Ne’ymar…

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Ora è ufficiale.
Il Psg ha preso Neymar dal Barcellona, pagando la clausola rescissoria di 220 milioni di euro.
Con decisione e prepotenza.
Così tanti soldi che è pure banale scomodare il nonno di Così Parlò Bellavista e la sua citazione must, cosa che quindi non farò.
Così tanti che sarebbero una efficace mini manovra finanziaria per stati meno sviluppati o per finanziare importanti progetti in quegli stati.
Così tanti che la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane, orgoglio e vanto del nostro paese, non ne fatturano, normalmente, neanche un quarto in un anno intero, di quei soldi.
Tanti. Troppi in verità.
Ed il mio non è qualunquismo, attenzione, perché io sono il primo paladino e strenuo difensore dell’unica vera legge di mercato.
Quella della domanda ed offerta.
Ovvero se domanda ed offerta si incrociano il prezzo è sicuramente giusto. Ed incontestabile. Qualsiasi prezzo.
L’operazione economicamente dunque non fa assolutamente una grinza, ci sta tutta.
Il problema è un altro.
Il problema è squisitamente tecnico.
Il migliore di tutti, per rapporto età qualità, passa dal Barcellona al Psg.
Dalla squadra più importante a quella più ricca.
E ci va non solo per soldi, anche se moltissimi, quasi troppi.
Confesso che fino ad oggi, fino all’ufficialità del trasferimento,avrei scommesso, ed anche non poco, su un ripensamento del ragazzo.
Ne ero certo.
E mi sbagliavo.
Nasce dunque una nuova era.
Ora davvero i ricchi fanno sul serio.
Ed il gap tecnico tra i club più ricchi e quelli meno si allargherà sempre di più, inesorabilmente.
Ancora di più di adesso.
Certo in campo si va sempre in undici e tutt ‘o rest appress, ma, a questo punto, il discorso pare, consentitemi, abbastanza pleonastico.
E per questo che io, in questo momento, mi sento davvero un po’ Leopardi, molto confuso, davanti ad un orizzonte che potrebbe essere bellissimo ma con una siepe davanti che il guardo esclude…
Il bello è che il Leopardi dell’Infinito per i suoi concetti e’ molto vicino a Kant ed alla sua Morale per cui è forse il Leopardi più ottimista, più intimista ed universale.
Io invece sono un po’ pessimista in questo momento. Più un Leopardi classico per intenderci. Pessimista ed un po’ confuso…
Calcisticamente molto confuso.
E non so se il naufragar mi è proprio dolce in questo Ne’ymar…
Per cui meglio prenderla con filosofia, magari proprio con Kant, il mio preferito, o anche con poesia… Meglio dunque leggere il Sommo Poeta… ed una delle poesie più belle di sempre…

Non prima di un obbligato, quanto blasfemo, nella circostanza,
Forza Napoli sempre…

L’Infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura.
E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei.
Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Di Felice Antignani

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Felice, papà, molto, e marito. Ispirato dalla filosofia Troisiana e cresciuto a pane e Così Parlò Bellavista. Malato (grave) di Napoli e del Napoli dalla nascita. Rapito dall’ironia e dalla punta di penna di Peppino Pacileo. Appassionato di economia, anche per necessità. Insomma una gran bella vita da orsacchiotto. Poi, però, prendi un tram in faccia all’improvviso e tutto si ribalta… e tutto è diverso. Ma non bisogna mai mollare…mai…perché il cielo è azzurro…proprio come il mare…

1 commento

  1. ….e poi criticano Sarri quando parla di divario tecnico collegato ai fatturati/potere economico….ma c parlamm a ffa???

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