Uagliu’ non ci sta niente a fa, pure quando si gioca a calcio devi essere intelligente, non è che devi essere per forza Pitagora, ma almeno un minimo di materia grigia l’avissa tenè, soprattutto se giochi co’ maestro.
Nella foto potete notare due esempi di homo terzinus imbranatus, basta osservare le loro espressioni per capire che il QI degli stessi, a volte, e purtroppo spesso in partita, difficilmente può superare quello di un tacchino americano.
I tacchini della specie stann già nguaiati per i fatti loro, in più ci sta che sono pure americani e quelli di pallone veramente non capiscono niente.
In uno sport evoluto come il calcio ormai non basta più avere tecnica, velocità e resistenza, ci vuole l’intelletto sviluppato e quello o lo tieni o non lo tieni, difficilmente lo puoi sviluppare in palestra con i pesi o gli anabolizzanti, ci devi nascere.
Gastone Moschin diceva che il genio è: fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione. Nel calcio è tutto, è quel quid che trasforma un brocco in un giocatore, un giocatore in un campione e un campione in un fuoriclasse.
Vogliamo fare qualche esempio? Prendiamo Pirlo, poche doti atletiche, nella Juve praticamente giocava da fermo, grande tecnica, ma se non avesse avuto quel quid nel cercare le verticalizzazioni, quella velocità nel vedere l’uomo smarcato, sarebbe stato un Valdifiori qualsiasi e ne potremmo elencare altri, come Lampard e Thomas Müller.
Vabbuò penso che il concetto si sia capito, al di là dei top player, col gioco di Sarri, a noi servono giocatori con una capa a mostro, perché puoi fare tutti i passaggini e passaggetti, ma se qualcuno non s’inventa qualcosa specie contro le piccole che si chiudono a riccio a stento ci esce un pareggio surato.
Quindi mi verrebbe da dire a tutti i giocatori Napoletani, come suggerí uno che qualche tempo fa s’è magnat ‘na mela, stay hungry, stay foolish e statt buon!