Gomorra? No grazie…

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Lucarie’, ti piace Gomorra?
A me Gomorra nun m piace…
Scusate, ma a me piace Natale in casa Cupiello.
Ed i film di Troisi.
E così parlò Bellavista.
Questa è la mia Napoli.
Questa la mia immagine di Napoli.
Magari un po’ datata, come il pino di Posillipo ed il Vesuvio, che qualche anno ce l’hanno.
Magari un po’ scontata, ma forse anche no. Anzi di sicuro no.
Perché non c’è Napoli senza una amara dolcezza, non c’è Napoli senza malinconia, non c’è Napoli senza ironia, non c’è Napoli senza poesia.
Perché Napoli e’ davvero ‘na carta sporca, ma una bellissima carta sporca.
Perché il cielo ed il mare di questa città sono azzurri, quasi sempre, anzi sempre, anche quando sembrano grigi.
Questa è Napoli, quella di Eduardo e di Troisi, quella di Croce e De Crescenzo, quella di Pino Daniele e di Totò.
La Napoli di Gomorra? No grazie…
Napoli non è solo violenza e camorra.
Anche quello, ma non solo.
Napoli non è l’immagine solo di eroi cattivi.
Proprio per niente.
Non esistono gli eroi cattivi.
Esistono gli eroi.
Come Falcone e Borsellino.
Come Giancarlo Siani.
E tanti altri.
Non certo i Saviani.
Esistono i cattivi.
I modelli sbagliati.
I figli di puttana.
Come Totò Riina.
Non confondiamo i modelli per favore. Abbiamo fin troppi problemi. Ed i nostri figli già molte difficoltà.
Vi vogl bene, direbbe il grande Massimo.
Non amo parlare di cose che non conosco bene, ancor meno parlarne male.
Ma stavolta non posso esimermi.
A me Gomorra nun m piace.
A me Saviano nun m piace.
Non mi piace più.
Specie da quando va in televisione a fare l’intellettuale vissuto, ma con il microfono ad archetto come Ambra di non è la Rai.
Incrocio di pessimo gusto fra uno Sgarbi moderato, con pause da Celentano, ed un cantante neomelodico ad un matrimonio alla Sorrisa.
E soprattutto non mi piace questo delirio di consensi per una serie televisiva che non trasmette alcun messaggio positivo, se non quello della violenza fine a se’ stessa.
Scimmiottando, solo per fare audience, in stile pulp fiction de noiattri, un problema serio della nostra città e trasformando i camorristi in eroi e modelli da imitare.

Napoli non è pizza e mandolino. Non solo, almeno.
E, di solito, non usciamo di casa vestiti da pulcinella e con gli spaghetti nelle tasche della giacca…

Napoli, di sicuro, non è Gomorra.
Social impazziti.
Vip impazziti.
Persone (forse) normali impazzite.
Ieri sera è ricominciata Gomorra!
E sti cazzi.
A me Gomorra nun m piace!

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mm
Felice, papà, molto, e marito. Ispirato dalla filosofia Troisiana e cresciuto a pane e Così Parlò Bellavista. Malato (grave) di Napoli e del Napoli dalla nascita. Rapito dall’ironia e dalla punta di penna di Peppino Pacileo. Appassionato di economia, anche per necessità. Insomma una gran bella vita da orsacchiotto. Poi, però, prendi un tram in faccia all’improvviso e tutto si ribalta… e tutto è diverso. Ma non bisogna mai mollare…mai…perché il cielo è azzurro…proprio come il mare…

2 Commenti

  1. Concordo. Io amo Napoli non gli stereotipi che ci sono su questa fantastica città. Invece di difenderla la deturpano. Abbiamo un tesoro già di nostro. Valorizziamolo e non rendiamolo una pagliacciata

  2. Ciao Felix, quello che dici tu è sacrosanto. Credo che però Gomorra non vada presa come uno spaccato di Napoli (per quanto abbastanza realistico) ma come un telefilm stile poliziesco americano oppure come il film “Il Padrino”, una fiction …. insomma. Solo una fiction.

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